La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia estetica ai fini dell’aumento del volume del seno.
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Lo stesso ingrandimento del seno avviene con l’introduzione nel sacco mammario di protesi in silicone di varia forma.
Insieme al chirurgo la paziente decide, compatibilmente con le sue esigenze, la fattibilità dell’obiettivo estetico da raggiungere.
La medicina estetica ha fatto grandi progressi in questo campo, tali da poter garantire un risultato assolutamente vicino a quello naturale, con tecniche sempre meno invasive e precise.
L’intervento di mastoplastica additiva si esegue per dare una forma più armoniosa alla ghiandola mammaria, che appare di piccole dimensioni o presenta problemi di asimmetria.
E’ un intervento mutuabile, cioè i costi possono essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ma solo in alcuni casi come ad esempio a seguito di un forte dimagrimento per persone che prima erano obese, oppure per la ricostruzione dopo l’asportazione della ghiandola mammaria per un tumore.
I parametri su cui basarsi perché l’intervento di mastoplastica additiva sia mutuabile riguardano quindi la funzionalità della parte del corpo che viene modificata e che in precedenza risultava compromessa.
I tipi di intervento: le fasi
L’intervento chirurgico di mastoplastica additiva comporta una visita pre-operatoria con il chirurgo che consiglierà la scelta del tipo di protesi più adatta da impiantare e anche per illustrare come si svolgerà lo stesso.
Prima dell’intervento al seno è necessario sospendere l’assunzione di anticoagulanti, come l’aspirina, e assumere prima, dopo e durante l’operazione farmaci antibiotici per preservare l’organismo da potenziali infezioni.
Sarà dunque il chirurgo a consigliare prima dell’intervento la protesi più adatta per grandezza, volume ed estensione rispetto alla ghiandola mammaria da ripristinare.
Le fasi dell’intervento di mastoplastica additiva riguardano: l’anestesia, il tipo d’incisione, l’introduzione della protesi, la medicazione e quindi il decorso post-operatorio.
Prima dell’intervento alla paziente viene praticata solitamente l’anestesia generale, in quanto la sua durata va da un’ora a 2 o 3 ore.
In alcuni casi, però, si può eseguire l’intervento al seno in anestesia locale, sedando la paziente perché possa affrontarlo con la dovuta serenità.
Nello specifico viene anestetizzata la zona intorno alle incisioni e in corrispondenza della sacca dove verranno introdotte le protesi.
Se l’operazione al seno viene eseguita in anestesia locale, la degenza potrà essere effettuata in day hospital, quindi senza dover rimanere in ospedale.
Se invece avviene in anestesia generale, è necessario per la paziente passare una o 2 notti sotto osservazione e rientrare a casa in tempi brevi.
Il chirurgo può scegliere 3 modi di aprire una via di accesso, tra quelle che si utilizzano più frequentemente in questi casi:
- Si può incidere il solco sottomammario, cioè lungo la piega che si trova tra la regione costale e la ghiandola mammaria.
Questa incisione permette d’introdurre la protesi con grande facilità attraverso una piccola apertura di pochi centimetri, che rimane ben nascosta nella stessa piega della pelle. - In alternativa può incidere il bordo inferiore dell’areola, in corrispondenza della parte più scura, in modo che la cicatrice, una volta guarita, sia quasi del tutto invisibile.
Le moderne tecniche operatorie consentono suture con la chirurgia piezoelettrica, che può accelerare la guarigione delle cicatrici in zone esposte e migliorare il loro aspetto, tanto da renderle impercettibili all’occhio umano. Lo stesso si può dire dell’uso dei punti intradermici, cioè posti all’interno dell’incisione che la rendono praticamente invisibile. - Il terzo metodo è quello che prevede un’incisione di circa 3 cm in corrispondenza delle pieghe delle ascelle. Anche in questo caso si preferisce una tecnica mininvasiva, in modo da non lasciare visibile la cicatrice, che in ogni caso rimane in una zona nascosta.
A seguito delle incisioni il chirurgo estetico creerà una sacca per l’alloggiamento delle protesi mammarie.
In base all’anamnesi della paziente e alla conformazione stessa durante l’intervento al seno, si può scegliere di posizionare le protesi mammarie davanti al muscolo pettorale o al di sotto della ghiandola mammaria.
Il posizionamento della protesi davanti al grande pettorale è una tecnica che viene chiamata scientificamente “dual plane“.
Nel caso dell’alloggiamento della protesi sotto muscolare, questa si troverà in una zona molto più interna rispetto alla tecnica dual plane.
La protesi è costituita in modo da riprodurre fedelmente la consistenza di una ghiandola mammaria naturale.
E’ il silicone il materiale d’elezione di cui è composto l’involucro della protesi con all’interno un gel della stessa composizione, che restituisce queste caratteristiche anatomiche e consente una palpabilità pari a quella di un seno autentico.
In passato e ormai in casi abbastanza rari, si eseguiva la mastoplastica additiva con protesi composte solo da soluzione fisiologica, che venivano introdotte da una zona relativamente lontana della sede dell’intervento, cioè dall’ombelico.
Ormai questa tecnica è quasi completamente stata abbandonata per la scarsa praticità, i tempi lunghi e l’evidente invasività.
Subito dopo aver introdotto le protesi, viene applicato il drenaggio per ogni seno, al fine di eliminare la naturale produzione di siero.
Dopo il completamento dell’operazione la paziente sarà lentamente risvegliata e avvertirà, a seguito della fine dell’effetto dell’anestetico, un seno gonfio e dolorante.
Per tale motivo è necessaria l’applicazione di una fascia contenitiva che sarà tolta dopo 10 giorni circa.
In questo periodo naturalmente non sarà possibile indossare un reggiseno classico, in quanto bisogna attendere la guarigione delle cicatrici e dei tessuti che risultano traumatizzati.
La medicazione che viene effettuata subito dopo la fine dell’intervento di mastoplastica additiva consiste nell’applicazione di 2 grandi cerotti incrociati. Questi fungono da sostegno e ad essi si associa anche un reggiseno con funzione post-chirurgica che si apre anteriormente.
Nei 2 giorni successivi all’intervento al seno si dovrà osservare un assoluto riposo, mentre dopo circa 2 settimane sarà possibile tornare a guidare l’auto.
A distanza di sole 3 settimane e dopo le dovute visite di controllo, con l’eliminazione di eventuali punti di sutura, del drenaggio e delle bende contenitive, si potrà tornare alla normalità della vita quotidiana.
Il volume del seno nei primi tempi appare maggiore, soprattutto nel quadrante superiore della ghiandola mammaria, ma entro qualche mese si normalizza completamente, assumendo la forma naturale.
La mastoplastica additiva, quando è necessaria
L’aumento del seno non è soltanto una questione meramente estetica, in quanto i motivi per i quali una donna decide di effettuare questo intervento e dunque di modellare e migliorare se stessa, hanno una componente di tipo psicologico.
La mastoplastica additiva si rende necessaria quando si ha il seno piccolo.
Avere una prima di seno per una donna è spesso percepito come un complesso, una mancanza che va colmata. È questo il motivo per il quale molte si rivolgono al chirurgo estetico per sapere come far crescere il seno attraverso le tecniche chirurgiche di ultima generazione.
Le cause del seno piccolo possono essere dovute a uno svuotamento a seguito della gravidanza e dell’allattamento, ma la causa può anche essere un repentino e forte dimagrimento, che ha interessato la parte adiposa delle mammelle. È il caso che riguarda i grandi obesi alle prese con un prolasso dei tessuti, che vanno ripristinati con diversi interventi di chirurgia estetica e chirurgia plastica.
Ci sono donne solitamente dall’aspetto florido che arrivano ad avere una seconda di seno dopo una o più gravidanze.
A volte la mastoplastica additiva si esegue per un rilassamento dei tessuti dovuto al trascorrere del tempo, anche nei casi in cui la ghiandola mammaria sia di una certa importanza e il peso stesso porta a uno “stiramento” evidente.
Migliorare la forma del seno è anche un modo per correggere l’asimmetria delle mammelle, che è più frequente di quanto si pensi.
L’asimmetria dei seni consiste sia nella differenza di volume delle 2 ghiandole mammarie che nell’altezza delle stesse.
Di solito in questi casi si procede con un intervento successivo detto “mastopessi“, che può correggere i seni deformati o a seguito dell’asportazione di una o entrambe le ghiandole mammarie per un tumore.L’intervento di mastoplastica additiva si può effettuare a qualsiasi età e comunque dopo aver completato la crescita.
L’età convenzionale entro la quale avviene tale completamento della crescita e dello sviluppo delle ghiandole mammarie è intorno ai 18 anni.
Uno dei motivi per cui l’intervento di mastoplastica additiva è tra i più richiesti della chirurgia estetica, è appunto il mancato o sufficiente sviluppo delle mammelle. Avere quindi un seno grande è l’obiettivo di molte donne, anche per un fatto culturale che impone dei canoni di bellezza con una marcata femminilità, proprio attraverso la floridità dei seni.
La componente psicologica gioca un ruolo preponderante anche nei casi in cui la paziente non accetta di avere un seno piccolo e soffre di complessi o tabù rispetto alla sua figura, che vuole migliorare. Ecco allora che si va alla ricerca di notizie su come avere un seno grande per sopperire a questa necessità, che diventa pressante per una migliore vita di relazione.
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I benefici dell’aumento del seno
In tutti i casi elencati in cui è necessaria una mastoplastica additiva c’è una componente psicologica, che viene attentamente vagliata dal chirurgo e da uno psicologo, rispetto ai motivi per cui la paziente decide di sottoporsi a questa operazione.
La consulenza psicologica è un servizio che si offre alle pazienti nei migliori ospedali e cliniche, per informarle e definire quanto la loro richiesta di aumento del volume del seno sia necessaria e realistica .
I benefici che molte donne hanno a seguito dell’intervento al seno riguardano l’accettazione finalmente del loro corpo.
Il recupero della femminilità viene percepita come completo. Sono donne che si sentono bene con se stesse e con gli altri.
Inoltre i benefici di una mastoplastica additiva interessano anche l’aspetto meramente estetico.
Una donna che guardandosi allo specchio ha finalmente le forme femminili che ha sempre desiderato, non può che provare profonda soddisfazione.
E’ fondamentale il recupero della fiducia in se stesse, di maggiore sicurezza nella vita di relazione come nei vari ambiti della vita (amicizie, amore, famiglia, lavoro, ecc).
Nella decisione del chirurgo di effettuare una mastoplastica additiva rispetto alle richieste della paziente, questo è un aspetto preso in grande considerazione, per arrivare a una piena soddisfazione per entrambi.
Inoltre l’operazione al seno è un intervento dove il risultato è fin da subito apprezzabile e duraturo.
La durata delle protesi, che si attesta intorno ai 10-15 anni, è comunque relativa al naturale invecchiamento dei tessuti soggetti alla forza di gravità e non è quindi definibile “permanente”.
Le protesi mammarie
Prima dell’intervento di mastoplastica additiva il chirurgo illustrerà alla paziente quali e quante sono le scelte possibili tra i vari tipi di protesi mammarie. Il settore della chirurgia estetica per il seno è in continuo mutamento e per questo riesce ad offrire una vasta gamma di scelta in base alle variabili che influenzano l’aumento del seno (richiesta della paziente, costituzione fisica, tipo di correzione, volume desiderato, proporzioni, forma, ecc).
La scelta del tipo di protesi è essenziale per la soddisfazione sia della paziente che del chirurgo, che saprà consigliare quella migliore e adatta al singolo caso.
Un seno naturale è, infatti, l’obiettivo da raggiungere e questo presuppone esperienza e grande professionalità.
La scelta della protesi mammaria viene fatta in relazione soprattutto alle caratteristiche tissutali della paziente e alla sua conformazione fisica.
I tipi di protesi da poter scegliere che si differenziano per forme, contenuto e superfici.
La forma delle protesi può essere a goccia (protesi anatomiche) oppure tonda.
Le protesi anatomiche sono quelle più indicate per le pazienti che intendono avere una forma dei seni quanto più armonica possibile.
Le stesse protesi si prestano per quelle donne che aspirano ad aumentare in modo armonico il volume di un seno molto piccolo. Il risultato è molto naturale anche per le protesi mammarie tonde, che sono ideali per chi invece deve ripristinare una certa perdita di volume dovuta ad allattamento o al dimagrimento.
Il contenuto delle protesi è solitamente in gel di silicone e più raramente di soluzione fisiologica. Quest’ultimo è un materiale meno usato, ma comunque pratico dal punto di vista del risultato.
Le protesi composte di soluzione fisiologica al loro interno, infatti, sono dotate di un tubicino che permette di svuotarle o riempirle ulteriormente, anche a distanza di mesi dall’intervento. Questo consente sia alla paziente che al chirurgo di apprezzare un risultato quanto mai soddisfacente.
Le protesi in gel di silicone hanno un alto grado di adattabilità e coesività. Significa che la loro consistenza si presenta uniforme ed è del tutto simile a quella naturale, quindi morbida e turgida nello stesso tempo.
Il gel in silicone si comporta come una sostanza solida e, in caso di rottura della protesi, non si disperde nella regione mammaria e nel resto dell’organismo, tutelando comunque la salute delle pazienti.
La rottura della protesi mammaria è comunque assai rara e avviene eventualmente solo in caso di traumi nella zona interessata.
La caratteristica principale del gel di silicone è quella di poter scegliere il grado di coesività, che può essere molto denso, denso o morbido. Tale scelta rappresenta una garanzia di maggiore sicurezza e anche di comfort rispetto al volume del seno modificato e al quale ogni donna si adatta dunque più facilmente.
Accanto alla coesività le protesi mammarie presentano anche 3 diversi gradi di proiezione, per andare incontro ai gusti e alle preferenze delle pazienti, che può essere bassa, media e alta.
L’involucro è solitamente composto da silicone e la superficie si può presentare liscia o ruvida. Quest’ultima prende anche il nome di “testurizzata” o “rugosa”.
La differenza tra questi 2 tipi d’involucro sta nel fatto che quella liscia al tatto è più morbida e si percepisce meno, specie se le protesi vengono collocate al di sotto della ghiandola mammaria.
La protesi rugosa, invece, è quella più sicura rispetto al fenomeno della contrattura capsulare, cioè del rigetto.
Per tale motivo è quella più spesso usata dai chirurghi estetici.
La contrattura capsulare è una delle complicanze, ancorché rare, che può essere prontamente prevenuta usando tutte le precauzioni durante l’intervento e prevenendo la formazione di microematomi.
Il fumo di sigaretta dovrebbe essere evitato anche per questo motivo, in quanto impedisce la normale vascolarizzazione e l’ossigenazione dei tessuti.
Per la buona riuscita dell’intervento di mastoplastica additiva è necessario l’uso di protesi di alta qualità e quelle di ultima generazione garantiscono da qualsiasi episodio di rigetto, perché sono resistenti, durature e confortevoli.
Realisticamente la mastoplastica additiva con protesi può essere soggetta a variazioni o nuovi interventi, nel caso in cui la paziente voglia modificare il volume del seno.
Con le protesi mammarie moderne anche una donna con ghiandola mammaria non sviluppata può aspirare ad avere una terza misura, compatibilmente con la sua costituzione e con l’elasticità dei tessuti.
Il chirurgo plastico, come trovare quello giusto
La scelta del chirurgo plastico che dovrà effettuare l’intervento di mastoplastica additiva è tutt’altro che un particolare trascurabile.
Un professionista serio, di chiara fama e che esercita la professione medica presso ospedali e cliniche attrezzate con macchinari di ultima generazione, sono i criteri minimi dai quali partire per effettuare una buona scelta.
La mastoplastica additiva è a tutti gli effetti un intervento chirurgico durante il quale è presente un’equipe medica, che segue i pazienti in modo scrupoloso e rispettando i protocolli di sterilizzazione e igienizzazione degli ambienti di lavoro quale può essere la sala operatoria.
A tale proposito la scelta del chirurgo estetico è bene orientarla verso i medici che sono provvisti di una propria equipe.
Questo aspetto è importante per l’affiatamento che si stabilisce tra i suoi membri.
E’ sconsigliabile, dunque, affidarsi a chirurghi plastici “freelance” che, per quanto possano essere professionali, operano in nosocomi diversi e potrebbe rappresentare un problema quanto a reperibilità e visite post-operatorie da effettuare in ambulatori diversi.
Il chirurgo plastico è dunque un medico di cui bisogna conoscere la preparazione, basandosi anche sui risultati ottenuti con le altre pazienti.
E’ bene documentarsi osservando attentamente i risultati del prima e del dopo, attraverso le immagini che spesso vengono pubblicate sul sito dello stesso chirurgo plastico, di cui certamente potrete consultare anche il curriculum online.
Il confronto che si evince dalle foto può dire molto sulle capacità di un chirurgo esperto e anche sul risultato che si spera di ottenere, perché sia quanto più vicino possibile a quello che ci si immagina.
Il primo colloquio con il chirurgo plastico deve essere caratterizzato dalla possibilità di avere tutte le risposte ai propri dubbi e che siano esaustive. Stabilire un buon rapporto tra medico e paziente è importante, sia dal punto di vista psicologico della donna e sia per mettere il chirurgo in condizione di eseguire il proprio lavoro in modo eccellente.
E’ importante anche verificare le certificazioni e la specializzazione che il chirurgo può vantare, per avere la sicurezza di usufruire della più alta professionalità.
L’ideale sarebbe scegliere un chirurgo estetico con la specializzazione in chirurgia plastica. Accertatevi che il chirurgo che volete realizzi l’intervento di mastoplastica additiva abbia la stessa specializzazione, verificando anche che sia iscritto in qualità di socio (e non di semplice aderente) al SICPRE, cioè alla Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica. Alla stessa, infatti, sono ammessi solo i chirurghi con questo requisito.
Il consiglio è quello di consultare più chirurghi estetici e fare anche un confronto dei preventivi, dopo aver consultanto referenze e feedback.
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Testimonianze
Stefania, 42 anni di Firenze.
Mi sono sottoposta alla mastoplastica additiva quando ho perso ben 2 taglie a seguito delle 3 gravidanze tutte molto ravvicinate.
Il mio corpo mi appariva come “prosciugato” e non mi sentivo più attraente come un tempo. Non è stata una sorta di crisi dei 40 anni, bensì la presa di coscienza che dovevo fare qualcosa per me stessa, per piacermi quando mi guardavo allo specchio.
Il primo appuntamento preso con il chirurgo mi ha dato molta fiducia, se si considera che mai avrei pensato di sottopormi a un intervento chirurgico per motivi estetici.
Tutto si è svolto con molta serenità e anche la mia famiglia mi è stata molto vicina, in un percorso che mi ha portato a un cambiamento più che positivo e che è stato molto apprezzato.
Ho sentito qualche fastidio soltanto dopo che è passato l’effetto dell’anestesia, ma per il resto mi sono sentita affiancata in modo professionale e questo mi ha dato maggiore sicurezza. Lo consiglio a tutte quelle donne che hanno lo stesso problema, perché si sentiranno rinate.
Loredana, 26 anni di Roma.
Ho scelto di fare la mastoplastica additiva per il semplice fatto che ho sempre avuto una prima, cioè il mio seno non è mai cresciuto. Ho quindi maturato la decisione di sottopormi a questo intervento di chirurgia estetica sapendo che certamente avrebbe cambiato la mia vita in meglio.
Ammetto di aver avuto paura, in quanto si tratta comunque un’operazione e anche se è al seno, mi sono ritrovata in una vera sala operatoria. Ho però stabilito un buon rapporto sia con il chirurgo che con il personale infermieristico, che mi hanno dato modo di affrontare tutto con determinazione.
Ho apprezzato anche l’opportunità di discutere della mia decisione con lo psicologo e questo mi ha fatto prendere maggiore consapevolezza su quello che volevo. Ne sono uscita migliore e oggi finalmente posso indossare abiti aderenti e guardarmi allo specchio sentendomi come tutte le altre donne.
Mary, 34 anni di Vicenza
La mastoplastica additiva è stata da sempre una mia aspirazione perché da quando ero adolescente ho notato non solo di avere un seno piccolo (una seconda scarsa), ma anche una certa asimmetria, che si notava per la diversa altezza dei capezzoli.
Ho discusso approfonditamente di questo con il chirurgo, che mi ha consigliato sia il tipo di protesi più adatta e sia la misura per la mia corporatura esile.
A circa 3 settimane dall’intervento sono tornata alla mia vita di sempre e oggi ho una terza abbondante, che mi ha permesso di guardare alla vita con più ottimismo.
Sara, 48 anni di Saronno (VA)
Ho fatto la mastoplastica additiva perché il mio seno seppur procace, era diminuito di volume e anche un po calato.
Ho fatto la scelta giusta perché oggi ho di nuovo il seno che avevo 10 anni fa, con una taglia in più (una quarta) e questo mi gratifica molto. Ho affrontato bene anche il decorso post operatorio, le visite e le varie medicazioni periodiche. Dopo poche settimane sono tornata al mio lavoro di manager in grande forma e la mia vita privata vive una nuova primavera.
Leda, 38 anni di Palermo
Devo ammettere che avevo molta paura di sottopormi alla mastoplastica additiva, ma il mio desiderio di avere un seno più grande fin da giovane era più forte. Temevo di espormi al rischio di un tumore o di non poter allattare, in previsione di un altro figlio. Tutti questi dubbi sono stati fugati dalle rassicurazioni del mio chirurgo, che mi ha illustrato con dovizia di particolari cosa comportava l’operazione al seno.
Ho sempre invidiato quelle donne che possono sfoggiare un bel décolleté e quindi mi sono fatta forza e ho raggiunto il mio obiettivo. Oggi ho una quarta abbondante, mi sento amata dal mio compagno e posso indossare orgogliosamente maglie con una scollatura generosa e sensuale.